Una lingua per tutti i continenti
C’era una volta una bambina molto curiosa, che avrebbe voluto viaggiare e scoprire il mondo, ma purtroppo a causa della malattia della mamma non poteva allontanarsi da casa. Allora si limitava a passare ore sognando posti meravigliosi e sconosciuti, abitati da persone dei più svariati tipi. La sua fantasia creava immagini nitide nella sua mente, ma c’era qualcosa che le mancava: non riusciva a immaginare che suono avessero le parole usate dalle varie popolazioni per comunicare tra loro. Insomma, aveva ogni volta l’impressione di vedere un film muto.
Un giorno era seduta sotto un albero e aveva appena terminato di compiere uno dei suoi viaggi immaginari. Mentre se ne stava assorta nei suoi pensieri, con l’aria un po’ delusa, le si avvicinò un uccellino verde e rosso che, vedendola tanto amareggiata, le domandò che cosa l’affliggesse. La bimba si confidò con lui. L’uccellino verde e rosso non esitò un attimo: doveva aiutare la piccina a dare voce ai suoi sogni.
– Andrò per il mondo e ti porterò i suoni di mille lingue.
S’innalzò rapido in volo e diede inizio alla sua ricerca. Il primo paese dove si fermò si trovava all’estremità occidentale dell’Europa. Era piccolo, ma di una bellezza incantevole. Mettendosi all’ascolto, l’uccellino verde e rosso udì le note struggenti di un canto che parlava di amore e gelosia, cenere e fuoco, dolore e peccato, insomma della vita. “Tutto questo esiste, tutto questo è triste, tutto questo è destino”, cantava una donna in una lingua dolce e malinconica, un po’ chiusa.
L’uccellino verde e rosso rimase colpito dalla profondità di questi versi e decise di fermarsi per qualche tempo per apprendere bene l’idioma. Imparò ad apprezzare questo popolo di esploratori, il suo legame forte con il mare, quell’Oceano Atlantico che per secoli aveva nutrito la loro curiosità e alimentato la loro fame di conoscenze e di scoperte. L’uccellino verde e rosso volle seguire l’immensa distesa salata per vedere cosa si trovava dall’altra sponda. Dopo un volo che sembrava infinito e che lo lasciò esausto, vide finalmente la costa. Il paese che stava sorvolando era enorme, con una foresta che si estendeva per milioni di chilometri e una varietà di piante e di animali come non ne aveva mai visti altrove. Approdò in una città sul mare. Si accorse con grande sorpresa che anche qui la gente parlava la stessa lingua del primo paese dove aveva soggiornato, eppure le parole qui avevano acquistato una nuova musicalità, un ritmo più morbido che invogliava a ballare, come le note leggere di una samba. L’idioma si era arricchito del calore di questo paese, del sorriso della sua gente solare e variegata.
Dopo un certo periodo, l’uccellino verde e rosso si rimise in viaggio: procedendo in direzione est, seguì le coste dell’Africa: Capo Verde, Guinea-Bissau, São Tomé e Principe, Angola, infine Mozambico. In ciascuno di questi paesi l’uccellino verde e rosso scoprì che la lingua del piccolo paese europeo aveva dato tanti frutti, nati dal suo incontro con le lingue locali: gli idiomi creoli. L’uccellino verde e rosso non vedeva l’ora di condividere queste scoperte con la piccola amica, ma mancava ancora un continente per completare la sua missione: l’Asia. Anche qui, trovò che la lingua si era diffusa a Macao, Goa, Diu, assimilando un po’ del mistero dell’Oriente; era arrivata fino a Timor Est, al confine con l’Oceania.
Soddisfatto, l’uccellino verde e rosso poté tornare dalla bambina. Le insegnò questa lingua versatile e creativa, che era una e tante lingue insieme. Imposta ai quattro angoli del mondo per consolidare il dominio dell’uomo sull’uomo, aveva conquistato molti paesi e nello stesso tempo si era lasciata conquistare da loro, finendo per assorbire i molteplici contributi di ciascun popolo; era così tornata in patria più ricca e consapevole della meravigliosa varietà del mondo. Grazie a questa lingua, la bambina potè conoscere una miriade di culture differenti, tra loro molto distanti, ma unite dallo stesso poliedrico modo di esprimersi; i suoi viaggi furono così finalmente completi.
Cristina R. Nazarri è tradiìuttrice e Interpreti, allieva del corso di lingua portoghese livello B1.